
Ho conosciuto il Nero,
colore del profondo degli abissi che ho toccato.
Ma è stato prima il Grigio,
incredulo compromesso
tra la Vita e la Morte.
Poi è arrivato Rosso.
Sentire sulla pelle l’ingiustizia
e masticare il fuoco della Rabbia.
Ho creduto che Rosso,
avrebbe cambiato per sempre chi ero.
Poi giunse, discreto, Rosa.
Sopita versione del suo predecessore,
solo meno tenace e dirompente.
Arrivò, meravigliata, poi, Verde,
portando i frutti del gran lavoro.
Ogni cosa faceva meno paura.
Finché un giorno fece capolino, Azzurro.
Consapevole e fiducioso,
portava con sé la Gratitudine
verso il Corpo che ha “sostenuto” e “non tradito”,
che ha lottato silenzioso
senza chiedere nulla in cambio.
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